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LA RIVINCITA DEL MATTONE.

Immagine del redattore: Federica TuffanelliFederica Tuffanelli


Per farci un’idea, come nostro solito basata sulle evidenze numeriche, abbiamo dato uno sguardo ai numeri pubblicati dall’Istat con riferimento al periodo 2010-2019.


Sul fronte delle compravendite, dopo il picco dell’ultimo trimestre del 2011 (poco meno di 235mila), con l’arrivo del 2012 si è verificato un arresto netto anche quando il costante calo dei prezzi avrebbe potuto far ipotizzare uno scenario completamente differente, arrivando a toccare il minimo sul periodo analizzato sul finire del 2013, quando le transazioni furono poco più di 127 mila, per una diminuzione di circa il 50% rispetto a solo due anni prima.


Dal 2014 in avanti invece sembra che il trend delle compravendite sia tornato a crescere come dimostrano i numeri degli ultimi trimestri di ogni anno e il 2018 non fa eccezione, visto che gli oltre 230mila atti di vendita sono poco distanti rispetto al valore massimo archiviato nel 2011.


Sebbene il calo dei prezzi sia costante, negli ultimi quattro anni il fenomeno è decisamente più attenuato rispetto ai primi periodi esaminati. Gli immobili di recente costruzione, seppur con qualche oscillazione, hanno addirittura visto crescere il loro valore dell’indice passando dal 99,5 di inizio 2010 al 101,5 dello scorso anno. Come anticipato, sembra che il giro di affari degli immobili ad uso abitativo sia in ripresa ormai da cinque anni.


Secondo la suddivisione pubblicata dall’Istat, la maggior parte delle transazioni si è verificata nel Nord Italia dove, fra nord-ovest (2,1 milioni) e nord-est (1,3 milioni), nel corso dei nove anni, ci si è avvicinati alla soglia dei 3,5 milioni complessivi; segue poi il centro del paese con quasi 1,3 milioni, mentre il sud chiude con poco meno di 1,1 milioni, facendo meglio solo delle zone insulari che hanno fatto registrare 527mila atti di vendita.


 
 
 

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